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ESG

Dalla NIS2 alla ESG è un attimo: prestate attenzione!

In un mondo che negli ultimi 30 anni è stato guidato dalla standardizzazione delle Norme ISO c’è un trend che si sta affermando e che merita attenzione, quello guidato dai regolamenti comunitari e dalle spinte del mercato.

Se è vero che due indizi non fanno una prova, il ruolo delle catene di fornitura e di conseguenza di audit e di richieste da parte dei clienti si fa sempre più importante.

Ci riferiamo a due argomenti che non solo sono sulla bocca di tutti, ma che ancora in pochi hanno compreso: da una parte il nuovo regolamento Europeo NIS2, dall’altro lo scenario dettato daitemi “ESG” (Environment, Social and Governance).

Ci sono due aspetti che vogliamo chiarire subito:

  1. il primo è la connessione che esiste fra i temi della Information Security richiesti dalla NIS2 e i temi di Governance che fanno parte dell’approccio ESG.

  2. il secondo è il tema delle catene di fornitura e in particolare perché questo deve interessare subito anche la tua Azienda. Anche e soprattutto se è piccola e se, almeno per il momento, sembra fuori dal campo di applicazione delle recenti normative.

NIS2 e ESG: cos'hanno in comune?

La NIS2 è un Regolamento Europeo entrato ufficialmente in vigore a Ottobre 2024 che riguarda il tema dell’Information Security e si applica, in prima battuta, ad aziende di rilevanza nazionale in specifici settori critici.

Quello che ci deve interessare è che il regolamento esplicita in modo chiaro che la sicurezza informatica coinvolge necessariamente i fornitori critici e questi a loro volta dovranno preoccuparsi dei propri fornitori, da qui il concetto di catena di fornitura, dove la sicurezza è solida quanto l’anello più debole.

Cosa sta già accadendo e accadrà in modo sempre più dirompente?

Che il tuo cliente verrà a bussare alla tua porta chiedendo di fornire evidenza della sicurezza informatica della tua azienda.

Non è più un ispettore che arriva una volta all’anno e che puoi condire via con documenti costruiti ad hoc… (magari esageriamo un po’ ma sai meglio di noi cosa c’è in giro) Stiamo parlando dei tuoi clienti che si aspettano da te qualcosa per cui rischi di non essere minimamente pronto.

L’information security è parte integrante dei temi di Governance. Infatti anche il tema ESG funziona e funzionerà allo stesso identico modo. Presto il tuo cliente più importante ti chiederà di dare conto di aspetti legati agli impatti ambientali, ad aspetti sociali e al tuo sistema di governance.

E c’è di più. La Direttiva 2014/95/UE stabilisce le regole sulla divulgazione di informazioni non finanziarie, ovvero tutte quelle informazioni che oggi solo le grandi imprese sono chiamate a inserire in bilancio, attraverso il principio di “doppia materialità”, che prevede che tali informazioni siano controllate e dimostrabili.

In tutto questo qual è il ruolo dei Sistemi di Gestione?
Non serviranno più a niente?

Il ruolo dei Sistemi di Gestione nel panorama normativo

Sulla base della nostra esperienza i Sistemi di Gestione a Norme ISO diventeranno sempre più uno strumento fondamentale per fare fronte alla crescente complessità di gestione di un'Impresa.

I modelli tradizionali di gestione dei Sistemi a norme ISO, di fronte a queste spinte da parte del mercato, evidenziano tutta la loro fragilità.  

La rilevanza della certificazione diventerà marginale e sempre più i Sistemi di Gestione dovranno rispondere alle esigenze di Governance dell’organizzazione. 
Farsi trovare pronti a queste sfide sta diventando sempre più un fattore critico di successo.

Per questo è importante iniziare OGGI il percorso di digitalizzazione dei tuoi Sistemi di Gestione!

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Il Report di Sostenibilità per le PMI non quotate ha ora uno standard!

Il 12 Dicembre 2024 è stato pubblicato da EFRAG lo standard volontario per la rendicontazione delle informazioni non finanziarie (Report di Sostenibilità), rivolto alle Piccole e Medie Imprese non quotate (VSME).

L’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) è un ente di natura tecnica, non politica, della Commissione Europea, che si occupa di principi contabili a livello internazionale, incaricato da quest’ultima di sviluppare uno standard europeo di rendicontazione non finanziaria.

Il VSME è stato messo a punto per tutte le imprese che non rientrano nell’ambito di applicazione, obbligatorio, della Direttiva sulla segnalazione di sostenibilità aziendale (CSRD) e si pone come obiettivo quello di definire uno standard di informazioni sulla sostenibilità che le PMI possono utilizzare in modo volontario per rendicontare la propria sostenibilità.  

Il risultato è un questionario suddiviso in un Modulo Base e un Modulo Completo, riconosciuto e accettato dal mercato, in grado di sostituire tutti i questionari in materia di ESG realizzati da singoli attori in modo non coordinato. 

La sua attuazione si prevede avverrà attraverso una serie di strumenti digitali online e sarà rafforzata da iniziative di divulgazione attraverso guide, materiali ed eventi.

Patrick de Cambourg, presidente dell’EFRAG SRB, ha commentato:

...Il VSME è progettato per supportare la disponibilità di dati semplici ma rilevanti, relativi alla sostenibilità. Mira a ridurre l'onere per le PMI attualmente confrontate con molteplici richieste di dati non coordinate e, se supportato da piattaforme e strumenti online adeguati, offrirà nuove attività e opportunità di finanziamenti e ulteriori approfondimenti gestionali per le società segnalanti...

 Chiara Del Prete, presidente dell'EFRAG SR TEG, ha commentato:

... non vedo l’ora di continuare a sostenere le PMI con guide pratiche, promuovendo sinergie tra le varie iniziative che vengono sviluppate e contribuendo all’emergere di un solido ecosistema di PMI…

QSA.net, attraverso la piattaforma Digitaliso e gli strumenti di raccolta dati correlati, sta seguendo con attenzione e interesse questa evoluzione, con l’obiettivo di mettere a punto strumenti utili per supportare queste importanti novità in ambito sostenibilità per le PMI. 

Fonte: comunicato stampa EFRAG 17 Dicembre 2024.

In cosa consiste l’obbligo della doppia materialità nei Bilanci a partire dal 2026?

La crescente sensibilità in materia Ambientale e Sociale sta rivoluzionando molti mercati.
Anche la Politica è interessata a questo cambiamento e l’Europa è in prima linea nel perseguire scelte difficili che si trasformano in azioni concrete le quali, a loro volta, comportano cambiamenti repentini.
Non sta a noi, in questa sede, giudicare quanto queste scelte siano giuste o meno, quello che possiamo fare è aiutare a conoscere gli obblighi a cui, volenti o nolenti, siamo tenuti ad adeguarci e fornire soluzioni efficaci per farlo nel modo migliore.

Fra le azioni intraprese in favore della sostenibilità ambientale e sociale c’è la normativa denominata “Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)” basata sugli standard del Global Reporting Initiative (GRI).

Questa normativa prevede che a partire dal 2026 entri in vigore l’obbligo della “doppia materialità nei bilanci aziendali” per molte imprese europee. Questo approccio, impone di adottare una rendicontazione aziendale più ampia di quanto abbiamo conosciuto fino ad oggi, che consideri sia gli impatti finanziari, quelli a cui siamo abituati, che gli effetti delle attività aziendali sull’ambiente e sulla società. 

Il termine doppia materia significa proprio questo: da una parte gli aspetti economici, dall’altra gli impatti ambientali e sociali. Così come siamo abituati a redigere un bilancio finanziario, basato su numeri che vengono raccolti, documentati e certificati sulla base delle transazioni economiche effettuate, dal 2026 le aziende sono chiamate a raccogliere, documentare e certificare i numeri riferiti all’impatto ambientale e sociale, attraverso un bilancio di sostenibilità, con l'obiettivo di migliorare la trasparenza e allineare le imprese alle aspettative del mercato e degli investitori.

In tutto questo ragionamento occorre fare molta attenzione alle tempistiche!
Il bilancio 2026 si baserà infatti sui numeri raccolti nel 2025.
Il tema è pertanto già caldo e se non hai definito uno strumento di rendicontazione potresti presto trovarti in seria difficoltà a fronte di un tema cogente e a rischio di importanti sanzioni.

Ecco quindi le risposte ad alcune delle domande chiave che occorre farsi per iniziare a comprendere queste importanti novità.

Cos'è la Doppia Materialità?

Volendo sintetizzare quanto esposto finora, la doppia materialità è un concetto che unisce due prospettive:

  1. La Materialità Finanziaria: ovvero i temi che influenzano i risultati economico-finanziari di un'azienda;

  2. La Materialità di Sostenibilità: ovvero gli impatti che l’azienda genera sull’ambiente, sulla società e sui diritti umani, a prescindere dalla loro influenza sulle performance finanziarie.

La normativa CSRD impone che le aziende identifichino e rendicontino entrambe le dimensioni, non più solo la prima, garantendo una visione completa e integrata del loro operato.

Quali sono i riferimenti normativi?

La doppia materialità è stata formalmente introdotta dalla direttiva europea nota con l’acronimo CSRD, che sostituirà progressivamente la precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD).
La CSRD è già entrata in vigore nel 2024 per le aziende più grandi e dal 2026 sarà applicata alle piccole e medie imprese quotate. I principali riferimenti normativi includono:

  • Corporate Sustainability Reporting Directive (EU) 2022/2464: stabilisce gli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità per le aziende europee.

  • Standard GRI: adottati come base per la definizione dei report.

  • European Sustainability Reporting Standards (ESRS): sviluppati dall’EFRAG per supportare l'implementazione della CSRD.

  • Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD): offre linee guida utili per la rendicontazione del rischio climatico.

A chi si Applica la Normativa CSRD?

La CSRD riguarda un ampio spettro di aziende, che include:

  • Grandi Imprese: con più di 250 dipendenti, un fatturato superiore a 40 milioni di euro o un bilancio totale oltre i 20 milioni di euro

  • PMI Quotate: obbligate a partire dal 2026, con requisiti semplificati.

  • Società Non Europee: con attività significative nell'UE (fatturato di almeno 150 milioni di euro e una filiale o succursale con oltre 40 milioni di euro di fatturato).

Qual è l’impatto per Fornitori e Subfornitori?

Anche le aziende non direttamente soggette alla CSRD ne sono influenzate. Le grandi imprese obbligate a rendicontare, infatti, dovranno ottenere informazioni dai loro fornitori per completare i report di sostenibilità. Questo implica che i fornitori e i subfornitori, anche se Piccole e Medie Imprese sono tenute a:

  • Richiesta di Trasparenza: i fornitori dovranno fornire dati su emissioni, pratiche di sostenibilità e impatti sociali.

  • Adeguamento ai Requisiti: implementare politiche ESG (Environmental, Social, and Governance) e migliorare la gestione dei propri impatti.

A tale proposito per le PMI è stato predisposto uno specifico sistema di reporting denominato VSME.

Che collegamento esiste fra il tema della doppia materialità, e quelli della sostenibili e ESG?

La doppia materialità si collega strettamente ai temi della sostenibilità e ai criteri ESG:

  • Ambiente (E): rendicontazione degli impatti quali ad esempio le emissioni di CO2, l’utilizzo di risorse naturali, la gestione dei rifiuti e gli impatti sul cambiamento climatico.

  • Società (S): rendicontazione delle politiche di diversità e inclusione, condizioni di lavoro, rispetto dei diritti umani.

  • Governance (G): trasparenza decisionale, anticorruzione e gestione dei rischi.

Doppia materialità, sostenibilità, ESG sono fattori strategici per il futuro di qualsiasi Azienda.
Sono argomenti centrali per garantire la compliance normativa e ridurre il rischio di sanzioni, per migliorare la reputazione aziendale e per attrarre clienti ed investitori.

Cosa devo fare per preparare la mia Azienda?

Per affrontare al meglio l'introduzione della doppia materialità, le aziende devono:

  1. Mappare i Rischi e Opportunità: identificare i temi materiali per entrambe le dimensioni.

  2. Implementare Sistemi di Gestione: adottare strumenti per raccogliere, analizzare e rendicontare dati ESG.

  3. Coinvolgere la Filiera: sensibilizzare fornitori e partner sull'importanza della sostenibilità.

  4. Formazione Interna: aggiornare i responsabili aziendali sui nuovi obblighi.

  5. Collaborare con Esperti: affidarsi a consulenti e software dedicati alla gestione e alla rendicontazione ESG.

La doppia materialità rappresenta una svolta nella rendicontazione aziendale e promuove un approccio più integrato e responsabile.
Le aziende che per prime sapranno adeguarsi, non solo rispetteranno i nuovi obblighi normativi, potranno anche trarne vantaggio competitivo, migliorando la propria reputazione e attrattività per investitori e stakeholder.

Contattaci subito! Scopri come QSA.net può aiutarti ad introdurre gli strumenti che ti servono per raggiungere i tuoi obiettivi ESG.

Quanto sono importanti i tuoi fornitori per il successo della tua Azienda?

Le norme ISO si preoccupano da sempre del tema fornitori perché, mutuando un concetto informatico piuttosto noto, se entra spazzatura esce spazzatura! 

Se dal punto di vista della Qualità si parla di valutazione dei fornitori, in altri Sistemi di Gestione come Sicurezza e Ambiente si tratta più di verificare aspetti di compliance, il rispetto dei requisiti cogenti e contrattuali.

Ma quali sono le richieste di norma e soprattutto cosa viene richiesto di fare?

La valutazione dei fornitori per la ISO 9001

La ISO 9001 al punto 8.4.1 chiede di determinare e applicare criteri per la valutazione, selezione, monitoraggio delle prestazioni e la ri-valutazione dei fornitori esterni.

Questa attività rientra in quello che è storicamente noto come processo di qualifica del fornitore che consta di due momenti:

  • la prima valutazione finalizzata all’inserimento del fornitore nell’elenco dei fornitori qualificati

  • la valutazione periodica, per il suo mantenimento nel tempo.

Questo processo può essere realizzato con modalità anche molto diverse fra loro a seconda del settore, della criticità delle forniture, delle dimensioni dell’azienda. 

E’ importante sottolineare che in ogni caso la norma è chiara nel dire che questo processo debba essere attuato solo per i fornitori che possono influenzare il prodotto/servizio di chi acquista. In parole povere, va attuato solo per fornitori critici e non certo per fornitori di prodotti ausiliari senza alcun impatto sui prodotti o i servizi offerti. 

Come valutare i propri fornitori

Ecco come potrebbe essere realizzato un possibile processo di qualifica:

  • per prima cosa occorre identificare i prodotti e servizi critici, ovvero in grado di influenzare il prodotto/servizio finale

  • occorre quindi identificare i fornitori di questi prodotti/servizi critici

  • occorre definire i criteri di valutazione, intesi come un set stabilito di parametri da valutare e i relativi criteri per valutarli

  • occorre raccogliere i dati e sviluppare le valutazioni per ciascun fornitore. 

E’ importante distinguere fra il questionario di valutazione da inviare al fornitore e la definizione dei parametri di valutazione interni.

Il primo è uno strumento utile soprattutto per nuovi fornitori, allo scopo di raccogliere informazioni preliminari che possono contribuire alla valutazione iniziale.

Diversi sono invece i secondi che stabiliscono i requisiti di una valutazione che può essere effettuata senza alcun coinvolgimento del fornitore.

Esempi di parametri di valutazione interna possono essere la qualità delle forniture, il rispetto dei tempi di consegna, la qualità dell'assistenza, la flessibilità delle consegne, i termini di pagamento.

Questi sono solo alcuni esempi che ovviamente vanno calati all'interno di ogni singola realtà in base alle proprie necessità. 

Valutazione di aspetti di sicurezza e ambientali

Ci sono poi ulteriori esigenze, spesso correlate ad aspetti di sicurezza ed ambientali, oltre che di qualità. Ci riferiamo al possesso di determinati documenti, autorizzazioni o certificazioni in corso di validità. 

Un DURC, un’autorizzazione al trasporto o smaltimento dei rifiuti, la qualifica per operazioni di saldatura o per manutenzione di impianti contenenti gas CFC, la sottoscrizione dell'informativa privacy o delle Co.Ge.

Combinare una valutazione mediante parametri e una valutazione mediante il possesso di determinati requisiti completa la visione d'insieme e aiuta a garantire, non solo le richieste di norma, ma la compliance a requisiti cogenti.

Sostenibilità, ESG e CSRD: Un Quadro Completo per le Aziende

Nel contesto odierno, le aziende di ogni dimensione e settore sono chiamate a confrontarsi con i temi della Sostenibilità. Questo articolo esplora i principali temi legati alla sostenibilità conosciuti anche con l’acronimo di “ESG” (Environment, Social, Governance) e agli obblighi derivanti dall’entrata in vigore della recente “CSRD” (Corporate Sustainability Reporting Directive), delineando un quadro più chiaro possibile per orientarsi in questo panorama così complesso.

Cosa Significa Sostenibilità?

Essere sostenibili non riguarda solo l’adozione di pratiche “ecologiche”: implica l’integrazione di una vera e propria cultura all’interno dell’azienda che si traduce in un impegno costante nelle tre direttrici principali della sostenibilità: gli impatti ambientali, quelli sociali e quelli di governance.
L’obiettivo è quello di rendere misurabili e rendicontabili tutti gli aspetti del business di un’impresa (quindi non più solo quelli “economici”) per dimostrare il proprio impatto positivo al progresso dell’intera collettività.

Il Contesto Normativo: Da SFDR a CSRD

A livello europeo, il percorso verso la sostenibilità ha avuto un’accelerazione, non senza difficoltà, a partire dal 2021 con l’introduzione della SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation), una normativa concepita per poter definire la “sostenibilità” degli investimenti finanziari attraverso il monitoraggio dell’impatto su obiettivi ambientali e sociali.

Successivamente, con la CSRD, è stato fatto un ulteriore passo avanti, i cui effetti iniziano ad essere sotto gli occhi di tutti. La direttiva impone infatti alle “grandi aziende” di redigere un bilancio di sostenibilità, obbligatorio a partire dal 2025 (con rendicontazione effettiva nel 2026). Le aziende coinvolte sono quelle che soddisfano almeno due dei seguenti criteri:

  • Più di 250 dipendenti.

  • Un fatturato superiore ai 50 milioni di euro.

  • Un totale attivo superiore ai 25 milioni di euro.

La normativa prevede l’estensione della sua applicabilità anche a PMI quotate, istituti creditizi di dimensioni ridotte e compagnie assicurative a partire dal 2026 (con rendicontazione nel 2027), generando una cascata di obblighi indiretti per i fornitori e le filiere produttive che investirà progressivamente tutte le imprese Italiane ed Europee.

L’Impatto Indiretto della CSRD

Ebbene sì, anche le aziende non direttamente soggette alla CSRD saranno coinvolte! E’ l’effetto generato dalle “catene di fornitura” derivante dagli obblighi già previsti dalla CSDD (Corporate Sustainable Due Diligence) con attuazione prevista tra il 2027 e il 2029. Nel giro di pochi anni (ma per qualcuno potrebbe essere questione di pochi mesi) saranno i clienti a richiedere dati e informazioni per soddisfare i requisiti di sostenibilità. 

Per questo motivo è indispensabile iniziare oggi a sviluppare una strategia chiara in ambito ESG.

ESG: Un Approccio Basato su Doppia Materialità

Per operare con successo nell’ambito ESG, è fondamentale considerare la cosiddetta "doppia materialità":

  1. Impatto aziendale su ambiente, società e governance: Azioni che riducono l’inquinamento, promuovono la diversità o migliorano il benessere dei dipendenti.

  2. Impatto finanziario delle iniziative di sostenibilità: Valutazione dei costi e benefici delle scelte sostenibili, garantendo un equilibrio tra investimento e ritorno economico.

Gli Strumenti per Adottare la Sostenibilità

La transizione verso la sostenibilità richiede un approccio strutturato, che include:

  1. Analisi del contesto e Azioni di miglioramento: un approccio strutturato al “Risk Management”, come parte della definizione delle strategie aziendali, diventa fondamentale per identificare e gestire rischi e opportunità  e prevenire futuri problemi.

  2. Implementazione di policy aziendali: definizione di linee guida e buone prassi che riflettano gli obiettivi ESG. Su questo tema i Sistemi di Gestione a norme ISO rappresentano una grande opportunità in quanto strumenti pratici e operativi.

  3. Monitoraggio e rendicontazione: i sistemi di scoring e di rating ESG includono valutazioni sia di tipo qualitativo che di tipo quantitativo. Per tutti questi ultimi quanto prima si iniziano a raccogliere dati e a misurare gli impatti quanto prima è  possibile avviare una comunicazione trasparente dei risultati e fornire risposte agli interlocutori.

La Sostenibilità Come Opportunità

Ecco quindi che adottare un approccio sostenibile non è solo un obbligo normativo, rappresenta una vera e propria opportunità per le aziende attraverso la quale rafforzare la propria posizione competitiva e creare valore nel lungo termine.

Strutturare un approccio ESG consente di ridurre i rischi, migliorare le relazioni con gli stakeholder e accedere a nuovi mercati, oggi più che mai, perché esattamente come fu all’inizio degli anni ’90 con gli standard ISO, chi per primo risponde a queste nuove richieste del mercato sarà in grado di anticipare la concorrenza e distinguersi nello scenario competitivo.

Le aziende che investono in questa trasformazione possono guardare al futuro con fiducia, consapevoli di contribuire a un mondo migliore.