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Dalla NIS2 alla ESG è un attimo: prestate attenzione!
In un mondo che negli ultimi 30 anni è stato guidato dalla standardizzazione delle Norme ISO c’è un trend che si sta affermando e che merita attenzione, quello guidato dai regolamenti comunitari e dalle spinte del mercato.
Se è vero che due indizi non fanno una prova, il ruolo delle catene di fornitura e di conseguenza di audit e di richieste da parte dei clienti si fa sempre più importante.
Ci riferiamo a due argomenti che non solo sono sulla bocca di tutti, ma che ancora in pochi hanno compreso: da una parte il nuovo regolamento Europeo NIS2, dall’altro lo scenario dettato daitemi “ESG” (Environment, Social and Governance).
Ci sono due aspetti che vogliamo chiarire subito:
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il primo è la connessione che esiste fra i temi della Information Security richiesti dalla NIS2 e i temi di Governance che fanno parte dell’approccio ESG.
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il secondo è il tema delle catene di fornitura e in particolare perché questo deve interessare subito anche la tua Azienda. Anche e soprattutto se è piccola e se, almeno per il momento, sembra fuori dal campo di applicazione delle recenti normative.
NIS2 e ESG: cos'hanno in comune?
La NIS2 è un Regolamento Europeo entrato ufficialmente in vigore a Ottobre 2024 che riguarda il tema dell’Information Security e si applica, in prima battuta, ad aziende di rilevanza nazionale in specifici settori critici.
Quello che ci deve interessare è che il regolamento esplicita in modo chiaro che la sicurezza informatica coinvolge necessariamente i fornitori critici e questi a loro volta dovranno preoccuparsi dei propri fornitori, da qui il concetto di catena di fornitura, dove la sicurezza è solida quanto l’anello più debole.
Cosa sta già accadendo e accadrà in modo sempre più dirompente?
Che il tuo cliente verrà a bussare alla tua porta chiedendo di fornire evidenza della sicurezza informatica della tua azienda.
Non è più un ispettore che arriva una volta all’anno e che puoi condire via con documenti costruiti ad hoc… (magari esageriamo un po’ ma sai meglio di noi cosa c’è in giro) Stiamo parlando dei tuoi clienti che si aspettano da te qualcosa per cui rischi di non essere minimamente pronto.
L’information security è parte integrante dei temi di Governance. Infatti anche il tema ESG funziona e funzionerà allo stesso identico modo. Presto il tuo cliente più importante ti chiederà di dare conto di aspetti legati agli impatti ambientali, ad aspetti sociali e al tuo sistema di governance.
E c’è di più. La Direttiva 2014/95/UE stabilisce le regole sulla divulgazione di informazioni non finanziarie, ovvero tutte quelle informazioni che oggi solo le grandi imprese sono chiamate a inserire in bilancio, attraverso il principio di “doppia materialità”, che prevede che tali informazioni siano controllate e dimostrabili.
In tutto questo qual è il ruolo dei Sistemi di Gestione?
Non serviranno più a niente?
Il ruolo dei Sistemi di Gestione nel panorama normativo
Sulla base della nostra esperienza i Sistemi di Gestione a Norme ISO diventeranno sempre più uno strumento fondamentale per fare fronte alla crescente complessità di gestione di un'Impresa.
I modelli tradizionali di gestione dei Sistemi a norme ISO, di fronte a queste spinte da parte del mercato, evidenziano tutta la loro fragilità.
La rilevanza della certificazione diventerà marginale e sempre più i Sistemi di Gestione dovranno rispondere alle esigenze di Governance dell’organizzazione.
Farsi trovare pronti a queste sfide sta diventando sempre più un fattore critico di successo.
Per questo è importante iniziare OGGI il percorso di digitalizzazione dei tuoi Sistemi di Gestione!
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IAF chiede, ViaSyst risponde!
Le catene di fornitura hanno un ruolo sempre crescente nel panorama competitivo internazionale, per questo è richiesto ad aziende e governi di garantire la loro trasparenza e conformità agli aspetti cogenti (compliance).
Come sappiamo bene, le certificazioni accreditate a norme ISO rappresentano il modo più semplice per dimostrare l’impegno verso questi fattori strategici, attraverso i quali competere a livello globale.
IAF CertSearch: cos'è
IAF CertSearch è un servizio in abbonamento istituito dall'International Accreditation Forum e dai suoi membri per supervisionare e convalidare le certificazioni accreditate in tutto il mondo.
Si tratta di un database globale in cui chiunque può verificare lo stato della certificazione rilasciata da un organismo di certificazione accreditato da un organismo membro firmatario IAF nell'ambito principale ISO/IEC 17021-1.
L’aggiornamento del database IAF CertSearch da parte degli organismi accreditati è diventato obbligatorio per tutti gli enti certificatori accreditati per ISO 9001, 14001 e 45001 dal 1° ottobre 2024.
A partire da questa data ogni ente deve inviare i dati relativi ai certificati emessi con cadenza mensile.
Come ti aiuta ViaSyst
La piattaforma ViaSyst ha realizzato e messo a disposizione dei propri clienti una nuova funzionalità che consente di automatizzare questo trasferimento.
In questo modo gli enti di certificazione che utilizzano ViaSyst per la gestione del processo di certificazione e di audit non devono preoccuparsi del database IAF: hanno a disposizione una soluzione chiavi in mano!
Se vuoi saperne di più sui vantaggi e sui risparmi che la piattaforma ViaSyst genera lungo tutto il processo di certificazione e di audit prenota un incontro.
Non vediamo l'ora di incontrarti!
Il conto corrente emozionale, lo strumento per misurare il tuo livello di "focalizzazione sul cliente"
Quanti hanno davvero chiaro cosa significa la "focalizzata sul cliente" richiamata al requisito 5.1.2 dello standard ISO 9001?
E' un tema molto, troppo sottovalutato, di cui tanti si riempiono la bocca, parlando a sproposito di "soddisfazione del cliente" o del fatto di essere "i leader del mercato". Baggianate.
La vera attenzione sul cliente parte dalla capacità di ascolto e passa da una sincera attenzione alla persona, prima che all'azienda e molto prima che al business. E' un concetto che trovo estremamente allineato al "conto corrente emozionale", la metafora usata da Stephen Covey per migliorare le nostre relazioni (e la nostra vita), ovvero la quantità di fiducia che si è in grado di creare, nel tempo, in una relazione.
Mi sono trovato mio malgrado in mezzo ad una situazione spiacevole che si è creata fra un mio cliente e un fornitore di servizi di finanza agevolata che ho messo reciprocamente in contatto.
Il lavoro da parte del professionista è stato realizzato in modo tecnicamente impeccabile, ma dal punto di vista della comunicazione e della relazione è stato, se non altro, discutibile. Ne è nata una incomprensione e da questa una contestazione da parte del mio cliente in cui mi sono trovato, mio malgrado, coinvolto.
Da una parte il cliente con il dente avvelenato in quanto riteneva di avere sostenuto dei costi non preventivati. Dall'altra il professionista offeso nel suo orgoglio per vedersi rinfacciare questo "dettaglio" nonostante l'ottimo lavoro svolto. Muro contro muro, tutti e due pronti ad andare per avvocati per pochi spiccioli.
Una situazione imbarazzante in cui io, pur non avendo alcuna responsabilità ne essendo parte del contendere, ho cercato di mediare.
Lato Cliente, parlando con la proprietà, inamovibile dalle sue posizioni in quanto poco dentro ai tecnicismi, e il Responsabile Amministrazione, nella difficoltà di dover trovare una soluzione apparentemente inesistente e dare conto del risultato al titolare.
Lato Professionista, inamovibile dalle sue posizioni in quanto a suo dire "nel giusto", pronto a dar battaglia sentendosi un Davide contro Golia.
La mia colpa? Averli messi in contatto, aver messo a disposizione la riserva di fiducia che il Cliente ha nei miei confronti per introdurre un professionista con un livello di focalizzazione sul cliente molto diverso dal mio.
Non sono qui a disquisire su chi aveva ragione e chi aveva torto. Quello di cui sto parlando è la capacità di creare fiducia andando oltre al business. Dopo averci riflettuto ho dato la mia disponibilità al cliente di riconoscergli l'importo che riteneva di aver impropriamente dovuto pagare. Un impatto negativo sulla contabilità di commessa, vero, ma l'unica soluzione per togliere tutti dall'impaccio.
Il professionista, pur nel giusto, non aveva più nessuna chance di lavorare ancora con il mio cliente. Persa "la soddisfazione" ha perso anche la "focalizzazione sul cliente" e l'unico obiettivo è stato incassare quello che riteneva essere il dovuto. Un atteggiamento formalmente corretto ma molto lontano dal "mettere le persone al centro", anni luce dai valori che guidano il mio modo di lavorare.
Io, che invece con il cliente ci lavoro, ho visto la possibilità di aiutare il cliente a chiudere una controversia che non avrebbe fatto bene a nessuno. Anche se tutto questo è considerato scontato e dovuto dal cliente, il punto non è "il cliente", è come mi sento io e come so che mi sentirò quando ci saranno le prossime occasioni di incontro. Il mio conto corrente economico si è impoverito ma il conto corrente emozionale si è arricchito proporzionalmente.
Oltre a questo ne ho tratto un prezioso insegnamento: quando i valori non corrispondono, lavorare insieme può essere controproducente. Lavorare con collaboratori, partner e clienti che condividono i tuoi stessi valori è molto, molto importante sia per il tuo conto corrente economico, che per il tuo conto corrente emozionale!
Il Report di Sostenibilità per le PMI non quotate ha ora uno standard!
Il 12 Dicembre 2024 è stato pubblicato da EFRAG lo standard volontario per la rendicontazione delle informazioni non finanziarie (Report di Sostenibilità), rivolto alle Piccole e Medie Imprese non quotate (VSME).
L’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) è un ente di natura tecnica, non politica, della Commissione Europea, che si occupa di principi contabili a livello internazionale, incaricato da quest’ultima di sviluppare uno standard europeo di rendicontazione non finanziaria.
Il VSME è stato messo a punto per tutte le imprese che non rientrano nell’ambito di applicazione, obbligatorio, della Direttiva sulla segnalazione di sostenibilità aziendale (CSRD) e si pone come obiettivo quello di definire uno standard di informazioni sulla sostenibilità che le PMI possono utilizzare in modo volontario per rendicontare la propria sostenibilità.
Il risultato è un questionario suddiviso in un Modulo Base e un Modulo Completo, riconosciuto e accettato dal mercato, in grado di sostituire tutti i questionari in materia di ESG realizzati da singoli attori in modo non coordinato.
La sua attuazione si prevede avverrà attraverso una serie di strumenti digitali online e sarà rafforzata da iniziative di divulgazione attraverso guide, materiali ed eventi.
Patrick de Cambourg, presidente dell’EFRAG SRB, ha commentato:
“...Il VSME è progettato per supportare la disponibilità di dati semplici ma rilevanti, relativi alla sostenibilità. Mira a ridurre l'onere per le PMI attualmente confrontate con molteplici richieste di dati non coordinate e, se supportato da piattaforme e strumenti online adeguati, offrirà nuove attività e opportunità di finanziamenti e ulteriori approfondimenti gestionali per le società segnalanti...”
Chiara Del Prete, presidente dell'EFRAG SR TEG, ha commentato:
“... non vedo l’ora di continuare a sostenere le PMI con guide pratiche, promuovendo sinergie tra le varie iniziative che vengono sviluppate e contribuendo all’emergere di un solido ecosistema di PMI…”
QSA.net, attraverso la piattaforma Digitaliso e gli strumenti di raccolta dati correlati, sta seguendo con attenzione e interesse questa evoluzione, con l’obiettivo di mettere a punto strumenti utili per supportare queste importanti novità in ambito sostenibilità per le PMI.
Fonte: comunicato stampa EFRAG 17 Dicembre 2024.
In cosa consiste l’obbligo della doppia materialità nei Bilanci a partire dal 2026?
La crescente sensibilità in materia Ambientale e Sociale sta rivoluzionando molti mercati.
Anche la Politica è interessata a questo cambiamento e l’Europa è in prima linea nel perseguire scelte difficili che si trasformano in azioni concrete le quali, a loro volta, comportano cambiamenti repentini.
Non sta a noi, in questa sede, giudicare quanto queste scelte siano giuste o meno, quello che possiamo fare è aiutare a conoscere gli obblighi a cui, volenti o nolenti, siamo tenuti ad adeguarci e fornire soluzioni efficaci per farlo nel modo migliore.
Fra le azioni intraprese in favore della sostenibilità ambientale e sociale c’è la normativa denominata “Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)” basata sugli standard del Global Reporting Initiative (GRI).
Questa normativa prevede che a partire dal 2026 entri in vigore l’obbligo della “doppia materialità nei bilanci aziendali” per molte imprese europee. Questo approccio, impone di adottare una rendicontazione aziendale più ampia di quanto abbiamo conosciuto fino ad oggi, che consideri sia gli impatti finanziari, quelli a cui siamo abituati, che gli effetti delle attività aziendali sull’ambiente e sulla società.
Il termine doppia materia significa proprio questo: da una parte gli aspetti economici, dall’altra gli impatti ambientali e sociali. Così come siamo abituati a redigere un bilancio finanziario, basato su numeri che vengono raccolti, documentati e certificati sulla base delle transazioni economiche effettuate, dal 2026 le aziende sono chiamate a raccogliere, documentare e certificare i numeri riferiti all’impatto ambientale e sociale, attraverso un bilancio di sostenibilità, con l'obiettivo di migliorare la trasparenza e allineare le imprese alle aspettative del mercato e degli investitori.
In tutto questo ragionamento occorre fare molta attenzione alle tempistiche!
Il bilancio 2026 si baserà infatti sui numeri raccolti nel 2025.
Il tema è pertanto già caldo e se non hai definito uno strumento di rendicontazione potresti presto trovarti in seria difficoltà a fronte di un tema cogente e a rischio di importanti sanzioni.
Ecco quindi le risposte ad alcune delle domande chiave che occorre farsi per iniziare a comprendere queste importanti novità.
Cos'è la Doppia Materialità?
Volendo sintetizzare quanto esposto finora, la doppia materialità è un concetto che unisce due prospettive:
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La Materialità Finanziaria: ovvero i temi che influenzano i risultati economico-finanziari di un'azienda;
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La Materialità di Sostenibilità: ovvero gli impatti che l’azienda genera sull’ambiente, sulla società e sui diritti umani, a prescindere dalla loro influenza sulle performance finanziarie.
La normativa CSRD impone che le aziende identifichino e rendicontino entrambe le dimensioni, non più solo la prima, garantendo una visione completa e integrata del loro operato.
Quali sono i riferimenti normativi?
La doppia materialità è stata formalmente introdotta dalla direttiva europea nota con l’acronimo CSRD, che sostituirà progressivamente la precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD).
La CSRD è già entrata in vigore nel 2024 per le aziende più grandi e dal 2026 sarà applicata alle piccole e medie imprese quotate. I principali riferimenti normativi includono:
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Corporate Sustainability Reporting Directive (EU) 2022/2464: stabilisce gli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità per le aziende europee.
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Standard GRI: adottati come base per la definizione dei report.
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European Sustainability Reporting Standards (ESRS): sviluppati dall’EFRAG per supportare l'implementazione della CSRD.
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Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD): offre linee guida utili per la rendicontazione del rischio climatico.
A chi si Applica la Normativa CSRD?
La CSRD riguarda un ampio spettro di aziende, che include:
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Grandi Imprese: con più di 250 dipendenti, un fatturato superiore a 40 milioni di euro o un bilancio totale oltre i 20 milioni di euro
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PMI Quotate: obbligate a partire dal 2026, con requisiti semplificati.
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Società Non Europee: con attività significative nell'UE (fatturato di almeno 150 milioni di euro e una filiale o succursale con oltre 40 milioni di euro di fatturato).
Qual è l’impatto per Fornitori e Subfornitori?
Anche le aziende non direttamente soggette alla CSRD ne sono influenzate. Le grandi imprese obbligate a rendicontare, infatti, dovranno ottenere informazioni dai loro fornitori per completare i report di sostenibilità. Questo implica che i fornitori e i subfornitori, anche se Piccole e Medie Imprese sono tenute a:
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Richiesta di Trasparenza: i fornitori dovranno fornire dati su emissioni, pratiche di sostenibilità e impatti sociali.
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Adeguamento ai Requisiti: implementare politiche ESG (Environmental, Social, and Governance) e migliorare la gestione dei propri impatti.
A tale proposito per le PMI è stato predisposto uno specifico sistema di reporting denominato VSME.
Che collegamento esiste fra il tema della doppia materialità, e quelli della sostenibili e ESG?
La doppia materialità si collega strettamente ai temi della sostenibilità e ai criteri ESG:
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Ambiente (E): rendicontazione degli impatti quali ad esempio le emissioni di CO2, l’utilizzo di risorse naturali, la gestione dei rifiuti e gli impatti sul cambiamento climatico.
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Società (S): rendicontazione delle politiche di diversità e inclusione, condizioni di lavoro, rispetto dei diritti umani.
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Governance (G): trasparenza decisionale, anticorruzione e gestione dei rischi.
Doppia materialità, sostenibilità, ESG sono fattori strategici per il futuro di qualsiasi Azienda.
Sono argomenti centrali per garantire la compliance normativa e ridurre il rischio di sanzioni, per migliorare la reputazione aziendale e per attrarre clienti ed investitori.
Cosa devo fare per preparare la mia Azienda?
Per affrontare al meglio l'introduzione della doppia materialità, le aziende devono:
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Mappare i Rischi e Opportunità: identificare i temi materiali per entrambe le dimensioni.
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Implementare Sistemi di Gestione: adottare strumenti per raccogliere, analizzare e rendicontare dati ESG.
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Coinvolgere la Filiera: sensibilizzare fornitori e partner sull'importanza della sostenibilità.
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Formazione Interna: aggiornare i responsabili aziendali sui nuovi obblighi.
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Collaborare con Esperti: affidarsi a consulenti e software dedicati alla gestione e alla rendicontazione ESG.
La doppia materialità rappresenta una svolta nella rendicontazione aziendale e promuove un approccio più integrato e responsabile.
Le aziende che per prime sapranno adeguarsi, non solo rispetteranno i nuovi obblighi normativi, potranno anche trarne vantaggio competitivo, migliorando la propria reputazione e attrattività per investitori e stakeholder.
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Innovare e digitalizzare: perché è importante
E’ notizia di questi giorni che il mercato del lavoro in Italia è in salute come non lo era da molto tempo. L’occupazione è risalita e pure quella relativa ai giovani under 35 ha il segno positivo (fonte ISTAT Gennaio 2025).
Eppure c’è un dato che ci colpisce. Il livello salariale in Italia è il più basso tra i quattro grandi dell’UE e al di sotto della media Europea (fonte Eurostat).
Come mai questa discrepanza?
Il motivo principale risiede nel fatto che l’Italia è un Paese manifatturiero che si trova spesso a competere nella fascia più bassa del mercato, dove è il prezzo quello che conta.
In questo contesto, mantenere alta la qualità dei prodotti senza erodere le marginalità è una sfida complessa.
Quando è il prezzo a guidare l'offerta, le aziende possono migliorare le marginalità solo aumentando la produttività o riducendo i costi. Tuttavia, una strategia basata esclusivamente sulla riduzione dei costi, spesso concentrata sulla manodopera, porta inevitabilmente a un contenimento degli stipendi, che rimangono bassi e poco competitivi.
E allora come si può uscire da questa situazione?
Innovare e digitalizzare come soluzione
Una soluzione sostenibile è quella di adottare una strategia di posizionamento che miri a spostarsi verso una fascia di mercato più alta, puntando sull'innovazione, sulla digitalizzazione e sul miglioramento continuo della produttività.
Le politiche europee Industria 4.0 ora Industria 5.0, il PNRR, sono strumenti finanziari messi a disposizione dei Paesi, e delle aziende, per attuare questa trasformazione.
Nonostante tutti gli sforzi profusi negli ultimi anni l'Italia si trova tutt’ora all'ultimo posto tra i grandi Paesi europei nell'indice DESI (Digital Economy and Society Index), che misura il livello di digitalizzazione dell'economia e della società. Questa posizione dipende in particolare dalle carenze nelle competenze digitali e dalla limitata integrazione delle tecnologie digitali nel business.
Ma è proprio nelle sfide più difficili che si trovano le opportunità più grandi. Le imprese italiane hanno davanti agli occhi una chiara via d'uscita: innovare i processi e digitalizzare le attività per migliorare l'efficienza, la produttività e la competitività.
Iniziare il cambiamento con dei piccoli passi
Non è semplice trasformare un intero sistema-paese, ma ogni cambiamento significativo parte da piccoli passi. Ogni imprenditore, manager e lavoratore può contribuire a questa rivoluzione, adottando nuove tecnologie, investendo nella formazione continua e sviluppando una mentalità orientata al miglioramento.
Il futuro si costruisce giorno per giorno, passo dopo passo, con determinazione e visione. L'Italia ha tutte le potenzialità per risalire la classifica dell'innovazione e tornare a essere un punto di riferimento per qualità, efficienza e capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato globale. Gli strumentici sono, anche per le PMI.
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ISO 17012, la nuova linea guida per gli Audit da remoto
A Ottobre 2024 è stata finalmente pubblicata la linea guida ISO 17012 “Conformity assessment – Guidelines for the use of remote auditing methods in auditing management systems” relativa all’esecuzione di audit da remoto dei Sistemi di Gestione a norme ISO.
Nata come risposta alla Pandemia, la norma rappresenta una risposta alle crescenti necessità di disporre di soluzioni moderne e strutturate a fronte di un mondo sempre più digitalizzato e fornisce una guida per effettuare audit a distanza per condurre le verifiche in conformità ai principi generali previsti dalla ISO 19011 la cui revisione si prevede potrà incorporarne elementi.
Per gli approfondimenti più tecnici è disponibile un articolo sul sito Accredia.
L’argomento ha un notevole impatto su tutti i soggetti che eseguono audit: enti di certificazione ed ispezione, consulenti e professionisti dei Sistemi di Gestione e le stesse Aziende.
Per chi come QSA.net e ViaSyst si occupa da decenni di digitalizzazione dei Sistemi di Gestione questa linea guida rappresenta un ulteriore passo verso l’allineamento di un settore alle più moderne tecnologie, dove il digitale e l’online la fanno da padrone.
Audit da remoto significa oggi più efficienza: automazione dei processi, riduzione nella duplicazione di dati, semplificazione nel flusso di documenti e di registrazioni, per non parlare della possibilità di ottimizzare gli spostamenti e avere un impatto positivo sul traffico, sull’inquinamento e sulla qualità della vita.
Al gruppo di lavoro ha preso parte Didier Blanc, direttore di ViaSyst SA ed esperto internazionale ISO/CASCO.
ViaSyst eroga una piattaforma cloud dedicata alla gestione dei processi di certificazione e di audit, sviluppata proprio per offrire agli Enti di Certificazione strumenti e funzionalità a supporto dell'audit remoto.
Molti enti di certificazioni, fra cui IMQ, SGS, Bureau Veritas, hanno adottato strumenti per la digitalizzazione del processo di Audit: ViaSyst è uno strumento pronto all’uso, perfetto per Enti di Piccole e Medie dimensioni, che può all’occorrenza essere ampiamente personalizzato.
Ma quali sono i contenuti salienti della ISO 17012?
Punti salienti della ISO 17012 per gli Audit da remoto
4. Principi di Auditing: la norma enfatizza l'importanza di mantenere anche per gli audit a distanza i principi fondamentali dell'auditing, come integrità, presentazione equa, dovuta professionalità, riservatezza, indipendenza e approccio basato sull'evidenza.
5. Gestione del programma di audit: richiede di considerare rischi, opportunità e obiettivi specifici per stabilire, implementare, monitorare e migliorare il programma di audit a distanza, senza dimenticare la disponibilità e la sicurezza delle informazioni.
6. Conduzione di un audit utilizzando metodi di audit a distanza: la norma offre linee guida dettagliate su come pianificare e condurre audit a distanza, inclusa la preparazione, la raccolta e la verifica delle informazioni, la conduzione di riunioni di apertura e chiusura e la comunicazione durante l'audit.
7. Competenza e valutazione degli Auditor: sottolinea infine le competenze specifiche che i valutatori devono avere per condurre gli audit a distanza, inclusa la familiarità con le tecnologie utilizzate e la capacità di superare le sfide associate alla mancanza di interazione faccia a faccia.
Gli allegati della norma
La norma si completa con l’allegato A che fornisce, a titolo informativo, esempi pratici dei metodi di auditing a distanza applicabili ai sistemi di gestione.
Vengono qui illustrate le tipologie di audit, strumenti e tecnologie digitali per condurre audit efficaci senza la presenza fisica degli auditor e metodologie di implementazione.
Tra i metodi descritti nell'allegato vi sono:
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Videoconferenze: per interviste e riunioni con il personale dell'organizzazione.
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Condivisione di documenti online: per l'accesso e la revisione di documentazione pertinente.
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Tour virtuali: utilizzando video in tempo reale o registrati per ispezionare strutture e processi.
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Monitoraggio remoto: tramite sensori o sistemi informatici per raccogliere dati sulle operazioni.
L'allegato B fornisce sempre a titolo informativo, esempi di pratiche utili per una efficace implementazione degli Audit a distanza nei Sistemi di Gestione.
Vengono qui affrontate le sfide associate all'audit remoto, come la gestione della sicurezza dei dati, l'affidabilità delle informazioni raccolte e la comunicazione efficace tra auditor e auditee.
Include inoltre raccomandazioni su come selezionare e utilizzare strumenti tecnologici appropriati, pianificare le attività di audit a distanza e garantire la competenza degli auditor nell'uso di tali metodi.
Ti interessa scoprire come ViaSyst può migliorare l'efficienza e il controllo delle operazioni del tuo Ente di Certificazione? Contattaci per approfondire le tue esigenze, non vediamo l'ora di incontrarti per contribuire al vostro successo!
ISO 9001:2026 in dirittura d'arrivo: votazioni entro l’anno, pubblicazione a settembre 2026
Un momento cruciale nel percorso di sviluppo della futura ISO 9001:2026 è stato raggiunto! Il Draft International Standard (DIS), la bozza di documento della norma internazionale che delinea in modo quasi definitivo i contenuti della prossima revisione, è stato rilasciato a Giugno e offre un'anteprima delle profonde innovazioni che caratterizzeranno lo standard più diffuso al mondo.
Sotto l'attenta supervisione del comitato di coordinamento e con un contributo italiano determinante – frutto di anni di lavoro nel Working Group 29 e della posizione nazionale – questa bozza è ora pronta per essere esaminata. La DIS è stata ufficialmente rilasciata per la fase di commenti e discussione il 27 agosto 2025, il che darà il via a un periodo di consultazione e commenti per le ultime modifiche.
Cosa è cambiato sostanzialmente nella bozza della norma?
Chi sostiene che 'non è cambiato nulla' nella nuova ISO 9001, probabilmente non ha letto attentamente la bozza. Le modifiche, sebbene non sempre dirompenti nella forma testuale dei requisiti, sono profonde nella loro interpretazione e nelle implicazioni pratiche. Mirano a rendere lo standard più adattivo e pertinente al contesto globale in continua evoluzione. Molte di esse sono frutto di un lungo e spesso complesso lavoro di negoziazione a livello internazionale, con una forte impronta italiana.
Ecco un riepilogo delle principali novità e delle aree di enfasi emerse nel DIS:
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Riferimento al cambiamento climatico: Già introdotto come emendamento nella ISO 9001:2015, il cambiamento climatico è ora un requisito integrato nel testo. Le organizzazioni devono determinare se sia un fattore rilevante per il sistema di gestione qualità, valutandone l'impatto sulla capacità di fornire prodotti/servizi conformi e migliorare la soddisfazione del cliente.
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Enfasi sul Miglioramento Continuo: Il miglioramento continuo è ora esplicitamente imposto come requisito ("l'organizzazione deve migliorare continuativamente"), rafforzando l'applicazione del ciclo PDCA (Plan-Do-Check-Act). Il termine "continual" (continuativo) è preferito a "continuous" (continuo) per indicare una durata che si estende nel tempo, anche se con interruzioni, sottolineando la natura iterativa del miglioramento.
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Introduzione di etica e integrità: Il concetto di etica, assente nell'edizione 2015, è ora richiamato ben 10 volte. L'alta direzione ha l'obbligo di promuovere il comportamento etico, considerato parte fondamentale della cultura della qualità. L'etica è vista come autenticità e verità, indispensabile per evitare compromessi e garantire la credibilità del sistema qualità.
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Decoupling di rischi e opportunità: Rischi e opportunità vengono trattati in paragrafi separati e con pari dignità concettuale. Le organizzazioni sono chiamate a gestire le opportunità con la stessa cura e strutturazione dedicate ai rischi, riconoscendo che l'identificazione e lo sfruttamento delle opportunità sono vitali per il successo aziendale. Non si tratta solo di minimizzare le minacce, bensì di massimizzare i benefici.
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Business Continuity / Discontinuità Operativa: Il rischio di discontinuità operativa (disruption) è un fattore rilevante da considerare, rafforzando l'importanza di garantire una "regolare conformità" dei prodotti e servizi anche di fronte a eventi imprevisti. Lo scopo è assicurare la "continuità" e prevedere contromisure appropriate.
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Cultura della qualità: Un nuovo requisito impone all'alta direzione di promuovere la cultura della qualità, menzionata 8 volte. Questo rafforza l'idea che la qualità debba essere un valore condiviso e un approccio sistematico in tutta l'organizzazione.
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Linguaggio sulle informazioni documentate: Il linguaggio è stato semplificato: non più "mantenere" o "conservare" ma "rendere disponibile" le informazioni documentate, per indicare procedure o registrazioni in modo più chiaro e accessibile. Questo cambiamento terminologico ricorre molte volte nella norma.
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Riscrittura dell'Annex A: L'appendice A è stata completamente riscritta per fungere da guida alla comprensione e all'interpretazione innovativa dei requisiti alla luce del contesto attuale. Contiene riferimenti a temi emergenti e indirizza verso le norme della serie 10.000 per l'applicazione, sostituendo la precedente appendice B. Sebbene l'Annex A sia informativo e non prescrittivo, offre una chiave di lettura per affrontare nuove sfide e promuovere una più elevata cultura della qualità.
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Integrazione dei sistemi di gestione: Viene posta maggiore enfasi sull'integrazione tra i diversi sistemi di gestione (qualità, ambiente, sicurezza, ecc.), con 5 richiami specifici. Questo è cruciale per una visione olistica e per decisioni bilanciate nella distribuzione delle risorse, rendendo la ISO 9001 un collettore per gli altri sistemi.
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Tecnologie emergenti e Intelligenza Artificiale: La norma include riferimenti espliciti a tecnologie innovative come l'Intelligenza Artificiale, il metaverso, la realtà virtuale e i chatbot (richiamate 11 volte). Si sottolinea la necessità di gestire i rischi e le opportunità derivanti da tali tecnologie, con particolare attenzione alla tracciabilità delle decisioni e alla responsabilità quando l'IA agisce al posto delle persone.
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Customer Experience e qualità della domanda: Vengono introdotte le tematiche della customer experience, superando il solo concetto di customer satisfaction, e della qualità della domanda. Questo include la possibilità di prevedere la formazione al cliente (customer training) per aiutarlo a formulare meglio le richieste e massimizzare i benefici del prodotto/servizio, oltre a considerare le sue esigenze speciali e la gestione etica della pubblicità per evitare aspettative irrealistiche.
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Flessibilità nella Progettazione e Sviluppo: Viene sollecitata una visione della progettazione e sviluppo come un processo circolare, non strettamente lineare, in cui gli input possono emergere ed evolvere durante il processo. Questo è particolarmente rilevante per situazioni di maggiore complessità.
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Audit di seconda parte: Viene ora citato esplicitamente l'audit di seconda parte come strumento per il controllo dei fornitori, riconoscendone la centralità nelle relazioni contrattuali e l'importanza di valutarne il tipo e l'estensione in base al rischio e alle opportunità.
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Valutazione dei processi e adattabilità: I processi devono essere valutati anche per la loro adeguatezza ed efficacia nel tempo e per la capacità dell'organizzazione di modificarli tempestivamente e in modo controllato in base ai cambiamenti del contesto.
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Audit interni e opportunità: I programmi di audit interni devono basarsi sull'importanza e lo stato dei processi, non trattandoli tutti come equivalenti. Inoltre, gli audit interni possono essere utilizzati per determinare le opportunità, non solo i rischi e le non conformità.
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Riesame della direzione: Il riesame della direzione è sottolineato come fase cruciale per la gestione strategica, fondamentale per assumere decisioni concrete e allocare risorse effettive. L'integrazione con altri sistemi di gestione diventa necessaria per bilanciare le priorità e prendere decisioni informate.
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Non conformità e azioni correttive: Viene chiarito che non è sempre necessario intraprendere azioni correttive per ogni non conformità o effettuare l'analisi delle cause radice, purché la decisione sia giustificata e non comprometta la soddisfazione del cliente e i requisiti applicabili. Questo consente maggiore flessibilità, ma richiede un approccio razionale e giustificato.
Il periodo di commento per il DIS si estenderà dal 27 agosto 2025 al 19 Novembre 2025. Successivamente è previsto il rilascio del Final Draft (FDIS) entro il 31 Marzo 2026 e la pubblicazione del nuovo Standard fra Settembre e Novembre 2026.
Una visione olistica e proattiva della Qualità
La prossima ISO 9001:2026 non è una semplice revisione, ma una reinterpretazione profonda e lungimirante. Abbraccia una visione olistica della qualità che integra aspetti ambientali, sociali, etici e tecnologici, posizionando l'organizzazione come attore proattivo nel contesto e il cliente come partner strategico. È uno standard che invita a un approccio più maturo e consapevole, chiedendo non solo 'cosa' viene fatto, ma anche 'perché' e 'come' le decisioni vengono prese, sempre in un'ottica di miglioramento e creazione di valore.
Prepariamoci a una ISO 9001 che ci sfiderà a fare le cose bene, con logica e con un impegno etico e strategico senza precedenti, contribuendo al successo organizzativo in un contesto sempre più complesso.
Iscriviti subito al webinar in cui verrà presentato lo stato dell’arte dei lavori e analizzato il DIS con l’approccio di innovation management che caratterizza QSA.net!
L'evoluzione della Digitalizzazione in Italia: Sfide e Opportunità per le PMI
Dal 2014 al 2022, l'indice dell'economia e della società digitale (DESI) ha monitorato le prestazioni digitali dell'Europa, fornendo una panoramica dei progressi compiuti dai paesi dell'UE. Analizzando i dati dell'ultima indagine e i grafici sull'andamento, emergono alcune conclusioni significative: l’Italia presenta un livello di digitalizzazione inferiore alla media europea, posizionandosi all'ultimo posto tra i Paesi Europei del G7 (Fonte: Dati Commissione Europea 2022).
Le componenti più critiche per l'Italia sono l’integrazione delle tecnologie digitali nei processi economici e le competenze digitali del capitale umano. Quest'ultimo aspetto risulta particolarmente deficitario.
Le Sfide della Digitalizzazione in Italia
Diverse ragioni contribuiscono a questa situazione. Innanzitutto, l'età media della popolazione italiana, di circa 48 anni, è la più alta d’Europa, e il 37,5% della forza lavoro ha più di 65 anni (Fonte: Rapporto Eurostat 2022). Ricordando i tempi in cui i PC stavano appena entrando nelle aziende, si usavano telex e macchine da scrivere, è evidente come il gap generazionale abbia un impatto significativo sulla capacità di adattarsi alle nuove tecnologie.
Un altro fattore critico è la struttura del tessuto imprenditoriale italiano: il 95,2% delle aziende sono microimprese, che occupano il 43,2% degli addetti. La loro capacità di innovazione è spesso limitata dalle ridotte possibilità di investimento, oltre che da barriere culturali e di competenze (Fonte: Istat).
Le Opportunità della Digitalizzazione per le PMI
In un contesto apparentemente sfavorevole, ci sono tuttavia strategie e tecnologie che possono fare la differenza per la digitalizzazione delle piccole imprese. Tradizionalmente, la digitalizzazione veniva associata all'introduzione di software gestionali, richiedendo ingenti investimenti in hardware e licenze software. Questo approccio risulta impraticabile per molte piccole aziende, contribuendo al ritardo accumulato.
Le tecnologie cloud hanno rivoluzionato questo scenario attraverso modelli di business come il “Software as a Service” e il “Platform as a Service”. Numerose soluzioni basate su queste tecnologie offrono un basso costo di adozione e un’alta semplicità d’uso, migliorando l'efficienza e semplificando la gestione dei processi aziendali.
Ad esempio, QSA.net ha sviluppato Digitaliso, una soluzione dedicata ai Sistemi di Gestione per la Qualità, dimostrando come anche le piccole imprese possano trarre vantaggio da queste innovazioni.
Costruire Soluzioni su Misura
Una strategia vincente per una PMI è costruire soluzioni personalizzate, integrando strumenti specifici per esigenze particolari. In QSA.net, abbiamo sperimentato con successo due strumenti provenienti dal mondo Google.
Appsheet: Low Code, Massima Flessibilità
Appsheet consente di creare applicazioni personalizzate con un approccio “low code”. Questo strumento permette di raccogliere dati dal campo e gestire logiche di processo come notifiche e reportistica, adattandosi alle esigenze specifiche dell'azienda.
Looker Studio: Business Intelligence a Portata di Mano
Looker Studio è uno strumento di business intelligence che costruisce sistemi di reporting automatico basati sui dati raccolti. Trasforma i dati in informazioni utili, indicatori e tabelle di riepilogo, fornendo alle diverse figure aziendali le informazioni necessarie con la frequenza desiderata.
Conclusioni
Anche una piccola impresa può avviare un processo di digitalizzazione partendo dai punti di maggiore criticità o interesse, strutturando un percorso graduale verso la piena digitalizzazione dei processi. Le tecnologie cloud e strumenti come Appsheet e Looker Studio offrono soluzioni accessibili e efficaci, dimostrando che la digitalizzazione è alla portata di tutte le aziende, indipendentemente dalle loro dimensioni.
Buona innovazione a tutti!
L’indicatore più importante: il DSCR
Il DSCR ovvero il Debt Service Coverage Ratio, è un indicatore fondamentale per la verifica della continuità aziendale nato dal biennio 2018 e 2019 (Early Warning).
L’obiettivo dell’Early Warning è quello di prevenire uno stato di difficoltà dell’impresa e rientra a pieno diritto nel campo di applicazione dei Sistemi di Gestione per la Qualità, che hanno lo scopo di “garantire la capacità di fornire con continuità prodotti e servizi..”
I primi approcci all’Early Warning si sono avuti nel mondo bancario che, dopo aver sottovalutato le perdite su crediti nei periodi della crisi finanziaria, hanno modificato le politiche della valutazione dei crediti nei confronti dei clienti.
L’Early Warning si è sviluppato successivamente anche su una seconda direttrice, quella della crisi d’impresa, definita nel 2019 con l’introduzione del codice della “Crisi d’impresa” che entrerà in vigore nel 2021.
L’entrata in vigore di questa normativa cogente è destinata a portare a conseguenze operative:
- una verifica costante della continuità aziendale;
- adozione di un organo di controllo per Srl minori;
- esistenza di nuovi poteri e nuovi obblighi per gli amministratori;
- una ricerca di maggiore collaborazione tra banca e impresa.
Il DSCR nell’Early Warning bancario
L’Early Warning bancario ha l’obiettivo di individuare mediante un lista di “alert” un possibile stato di difficoltà dell’impresa. Il DSCR è tra i più importanti fra questi indicatori.
Il DSCR misura la capacità di generare risorse finanziarie sufficienti a ripagare gli impegni finanziari ed è calcolato rapportando il flusso di cassa operativo al debito, comprensivo di quota capitale e interessi. È un indicatore di bilancio che si calcola attraverso una serie di dati contabili e assume un valore soglia di 2.1 per l’Early Warning bancario.
Il DSCR nell’Early Warning della crisi d’impresa
Con il Decreto Legislativo 14/2019, all’art. 2, vengono introdotte per la prima volta specifiche definizioni di “crisi” ed “insolvenza”:
- Crisi: stato di difficoltà economico-finanziaria che rende probabile l’insolvenza e che si manifesta nell’incapacità futura della società di far fronte ai propri impegni mediante il cash flow aziendale;
- Insolvenza: incapacità attuale del debitore di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni.
L’obiettivo, quindi, è individuare la crisi, anticipando l’insolvenza.
Il compito è assegnato dal D. Lgs. a soggetti predisposti che hanno l’obbligo di segnalare gli eventuali indizi di crisi dell’impresa.
I soggetti aventi il diritto di utilizzare gli strumenti di allerta e segnalazione sono:
- Creditori pubblici qualificati (INPS, Agenzia delle Entrate, Equitalia) (Art. 15 Codice Crisi d’impresa);
- Organi di controllo societari (Art. 13-14 Codice Crisi d’impresa).
Il compito più importante di segnalazione lo hanno gli Organi di controllo societari che possono essere il collegio sindacale, il sindaco e il revisore; attraverso degli indici di controllo sono tenuti a rendere nota la situazione agli amministratori.
Costituiscono indicatori di crisi gli squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario, rilevabili attraverso appositi indici che danno evidenza della sostenibilità dei debiti per un periodo minimo di 6 mesi successivi all’analisi.
Sono indici significativi quelli che misurano la sostenibilità degli oneri di indebitamento attraverso i flussi di cassa che l’impresa è in grado di generare e l’adeguatezza dei mezzi propri rispetto a quelli di terzi.
Il Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti ha elaborato un sistema di indici che fanno ragionevolmente presumere l’esistenza di uno stato di crisi dell’impresa:
- Patrimonio netto negativo;
- DSCR minore di 1.
Quando invece il DSCR è inattendibile o indisponibile è possibile utilizzare degli indici settoriali (si tratta di 5 indici che assumono soglie allerta differenti per le categorie di attività a cui appartiene l’azienda).
La scelta dell’approccio e del metodo di calcolo è demandata agli organi di controllo interni. Esistono due metodi di calcolo del DSCR nella crisi d’impresa:
- Attraverso il budget di tesoreria: il DSCR deriva da un budget di tesoreria, redatto dall’impresa, che rappresenti le entrate e le uscite di disponibilità liquide attese nei 6 mesi successivi.
- Dal rendiconto finanziario o business plan. Nel quale il rapporto è così composto:
- Numeratore: flussi di cassa liberi (finanziari e liquidi) a servizio del debito;
- Denominatore: uscite finanziarie per il rimborso del debito non operativo nei 6 mesi successivi.
Un buon consiglio per il calco del DSCR può essere quello di non fossilizzarsi al valore dell’indice ma di andare a vedere come è stato calcolato.
Il DSCR è destinato ad assumere un ruolo fondamentale non solo nella vita dell’impresa, vista la sua obbligatorietà, ma anche come indice di efficienza del Sistema di Gestione per la Qualità dell’Azienda.
Verificare indici di prestazione come l’andamento del fatturato o la marginalità delle commesse, infatti, non è sufficiente per comprendere il reale stato di salute dell’Organizzazione, cosa che il DSCR è in grado di fare.
Se il DSCR può essere importante come indice di prestazione del Sistema Qualità Aziendale (visto come insieme dei singoli processi aziendali), è altrettanto vero il contrario. Il ruolo dei Sistemi di Gestione per la Qualità dovrà infatti includere la capacità di organizzare flussi d’informazione sufficienti a garantire un efficace aggiornamento e monitoraggio del DSCR.
QSA.net premiata alla Camera dei deputati fra le migliori 300 PMI Innovative d'Italia
Il 7 Aprile 2025 QSA.net Srl è stata premiata presso la Camera dei Deputati a Roma fra le migliori 300 PMI Innovative in Italia.
QSA.net è stata selezionata fra le oltre 14000 PMI Innovative presenti nella sezione speciale delle Camere di Commercio sulla base di diversi parametri indicativi dei valori e dei potenziali di competitività e di investimenti innovativi delle startup e PMI.
A ritirare il premio era presente per QSA.net il CEO Dott. Caccia insieme con la proprietà Avv. Dott.ssa Panarello.

Il premio è promosso dalla Fondazione Italia USA che gestisce il prestigioso Premio America, il Premio America Giovani e il premio America Innovazione.
Come recita il sito istituzionale, il Premio America Innovazione è un riconoscimento per gli innovatori e le innovatrici artefici delle migliori startup e PMI innovative italiane, che vuole valorizzare ogni anno 300 talenti imprenditoriali del nostro Paese che hanno ideato e realizzato delle startup e PMI innovative e competitive nel mondo del mercato globale e delle sfide mondiali.
Un riconoscimento di prestigio internazionale, che rappresenta una qualificazione e una “certificazione di qualità” di fronte agli investitori e ai mercati.
Sostenibilità, ESG e CSRD: Un Quadro Completo per le Aziende
Nel contesto odierno, le aziende di ogni dimensione e settore sono chiamate a confrontarsi con i temi della Sostenibilità. Questo articolo esplora i principali temi legati alla sostenibilità conosciuti anche con l’acronimo di “ESG” (Environment, Social, Governance) e agli obblighi derivanti dall’entrata in vigore della recente “CSRD” (Corporate Sustainability Reporting Directive), delineando un quadro più chiaro possibile per orientarsi in questo panorama così complesso.
Cosa Significa Sostenibilità?
Essere sostenibili non riguarda solo l’adozione di pratiche “ecologiche”: implica l’integrazione di una vera e propria cultura all’interno dell’azienda che si traduce in un impegno costante nelle tre direttrici principali della sostenibilità: gli impatti ambientali, quelli sociali e quelli di governance.
L’obiettivo è quello di rendere misurabili e rendicontabili tutti gli aspetti del business di un’impresa (quindi non più solo quelli “economici”) per dimostrare il proprio impatto positivo al progresso dell’intera collettività.
Il Contesto Normativo: Da SFDR a CSRD
A livello europeo, il percorso verso la sostenibilità ha avuto un’accelerazione, non senza difficoltà, a partire dal 2021 con l’introduzione della SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation), una normativa concepita per poter definire la “sostenibilità” degli investimenti finanziari attraverso il monitoraggio dell’impatto su obiettivi ambientali e sociali.
Successivamente, con la CSRD, è stato fatto un ulteriore passo avanti, i cui effetti iniziano ad essere sotto gli occhi di tutti. La direttiva impone infatti alle “grandi aziende” di redigere un bilancio di sostenibilità, obbligatorio a partire dal 2025 (con rendicontazione effettiva nel 2026). Le aziende coinvolte sono quelle che soddisfano almeno due dei seguenti criteri:
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Più di 250 dipendenti.
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Un fatturato superiore ai 50 milioni di euro.
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Un totale attivo superiore ai 25 milioni di euro.
La normativa prevede l’estensione della sua applicabilità anche a PMI quotate, istituti creditizi di dimensioni ridotte e compagnie assicurative a partire dal 2026 (con rendicontazione nel 2027), generando una cascata di obblighi indiretti per i fornitori e le filiere produttive che investirà progressivamente tutte le imprese Italiane ed Europee.
L’Impatto Indiretto della CSRD
Ebbene sì, anche le aziende non direttamente soggette alla CSRD saranno coinvolte! E’ l’effetto generato dalle “catene di fornitura” derivante dagli obblighi già previsti dalla CSDD (Corporate Sustainable Due Diligence) con attuazione prevista tra il 2027 e il 2029. Nel giro di pochi anni (ma per qualcuno potrebbe essere questione di pochi mesi) saranno i clienti a richiedere dati e informazioni per soddisfare i requisiti di sostenibilità.
Per questo motivo è indispensabile iniziare oggi a sviluppare una strategia chiara in ambito ESG.
ESG: Un Approccio Basato su Doppia Materialità
Per operare con successo nell’ambito ESG, è fondamentale considerare la cosiddetta "doppia materialità":
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Impatto aziendale su ambiente, società e governance: Azioni che riducono l’inquinamento, promuovono la diversità o migliorano il benessere dei dipendenti.
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Impatto finanziario delle iniziative di sostenibilità: Valutazione dei costi e benefici delle scelte sostenibili, garantendo un equilibrio tra investimento e ritorno economico.
Gli Strumenti per Adottare la Sostenibilità
La transizione verso la sostenibilità richiede un approccio strutturato, che include:
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Analisi del contesto e Azioni di miglioramento: un approccio strutturato al “Risk Management”, come parte della definizione delle strategie aziendali, diventa fondamentale per identificare e gestire rischi e opportunità e prevenire futuri problemi.
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Implementazione di policy aziendali: definizione di linee guida e buone prassi che riflettano gli obiettivi ESG. Su questo tema i Sistemi di Gestione a norme ISO rappresentano una grande opportunità in quanto strumenti pratici e operativi.
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Monitoraggio e rendicontazione: i sistemi di scoring e di rating ESG includono valutazioni sia di tipo qualitativo che di tipo quantitativo. Per tutti questi ultimi quanto prima si iniziano a raccogliere dati e a misurare gli impatti quanto prima è possibile avviare una comunicazione trasparente dei risultati e fornire risposte agli interlocutori.
La Sostenibilità Come Opportunità
Ecco quindi che adottare un approccio sostenibile non è solo un obbligo normativo, rappresenta una vera e propria opportunità per le aziende attraverso la quale rafforzare la propria posizione competitiva e creare valore nel lungo termine.
Strutturare un approccio ESG consente di ridurre i rischi, migliorare le relazioni con gli stakeholder e accedere a nuovi mercati, oggi più che mai, perché esattamente come fu all’inizio degli anni ’90 con gli standard ISO, chi per primo risponde a queste nuove richieste del mercato sarà in grado di anticipare la concorrenza e distinguersi nello scenario competitivo.
Le aziende che investono in questa trasformazione possono guardare al futuro con fiducia, consapevoli di contribuire a un mondo migliore.
🚀 QSA.net Srl: Un Nuovo Traguardo di Crescita! 🚀
Siamo lieti di annunciare che il 10 Ottobre 2024 QSA.net Srl ha raggiunto un importante traguardo nella sua giovane storia: l’iscrizione nella sezione speciale del Registro delle Imprese dedicato alle PMI Innovative! 🎉
Questo riconoscimento è il frutto del nostro impegno continuo verso l'innovazione, che da sempre rappresenta il cuore della nostra missione. Grazie alla combinazione di competenze tecniche avanzate e soluzioni digitali all'avanguardia, come la piattaforma Digitaliso, ci dedichiamo a rivoluzionare i Sistemi di Gestione a norme ISO, rendendoli strumenti proattivi di miglioramento e di crescita aziendale.
🧠 Cosa ci rende innovativi?
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Digitalizzazione e Cloud: con la piattaforma cloud Digitaliso aiutiamo le aziende a gestire i Sistemi di Gestione (Qualità, Sicurezza, Ambiente) in modo semplice e fluido, liberandole dal peso della burocrazia e migliorando l’efficienza operativa.
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Intelligenza Artificiale: per primi abbiamo introdotto l’utilizzo di strumenti AI nei Sistemi di Gestione a norme ISO. Con Ammira e i Navigator offriamo strumenti all’avanguardia per cambiare radicalmente il modo di diffondere la conoscenza organizzativa in azienda
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Digitalizzazione dei processi e analytics: sfruttiamo strumenti modulari e flessibili a portata a delle PMI per sviluppare sistemi personalizzati di raccolta ed analisi dei dati, per migliorare la gestione delle informazioni e supportare i processi decisionali delle aziende.
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Innovazione continua: applichiamo i principi dell’Innovation Management per massimizzare il valore creato dai Sistemi di Gestione, aiutando le imprese a risparmiare tempo e denaro, e a diventare più agili e competitive.
💡 Quali sono i vantaggi per i nostri clienti?
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Efficienza operativa: Grazie a strumenti come Digitaliso, semplifichiamo la gestione dei Sistemi a norme ISO, ottimizzando i processi aziendali e riducendo i tempi di gestione.
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Personalizzazione: Le nostre soluzioni sono altamente modulari e personalizzabili per rispondere alle specifiche esigenze di ogni azienda, garantendo flessibilità e scalabilità.
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Competitività e innovazione: collaborare con una PMI Innovativa come QSA.net significa avere accesso alle più recenti tecnologie e metodologie, garantendo un vantaggio competitivo nel mercato.
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Accesso a finanziamenti per processi di Innovazione: come PMI Innovativa, QSA.net si qualifica come fornitore privilegiato per partecipare a bandi di finanziamento Industria 5.0.